Un’esperienza significativa

di Elisa Pagliara (classe II A, Scuola Sec. I grado Specchia)

Una lettera a un’amica per parlare dell’esperienza del progetto scolastico “Selfie come sguardo e parola”

Cara Alessandra,

è stato un periodo molto impegnativo per me perché con la mia classe abbiamo fatto un progetto davvero molto interessante e coinvolgente,dal titolo “Selfie come sguardo e parola”e ci sono state delle filosofe con noi che ci hanno parlato di temi seri e importanti. Il primo incontro è stato soprattutto per conoscerci e farci capire le finalità del progetto.Successivamente ognuno  di noi ha detto cos’era il selfie e ci siamo divertiti ad analizzare le varie definizioni.Il primo incontro si è concluso con il regalo di un braccialetto che testimoniava il nostro NO alla violenza contro le donne, secondo me un pensiero veramente fantastico, perché è un onore portare al braccio un segno tanto importante,con quel bracciale noi ci rendiamo testimoni e portavoce dell’ingiusta violenza contro le donne, quindi mi ritengo orgogliosa di indossare un simbolo del genere.La dottoressa Graziella Lupo Pendinelli ci ha lasciato un compito: mandarle un selfie nel modo che più volevamo,da soli,in gruppo,in coppia e spiegarne la motivazione.Il secondo incontro è stato particolarmente divertente perché abbiamo visto i nostri i selfie e li abbiamo analizzati uno ad uno dando degli aggettivi precisi.Abbiamo potuto constatare che la maggior parte dei selfie ci raffiguravano con amici e amiche quindi abbiamo cominciato a parlare di un argomento per noi di vitale importanza: l’amicizia.Abbiamo visto come la descrive Aristotele e la classifica in tre tipi differenti:

  1. L’amicizia fondata sull’utile cioè l’amicizia che nasce perché la persona che chiamiamo “amico” ci serve in qualcosa;
  2. L’amicizia fondata sul piacere.

E infine:

  1. L’ultima fondata sul bene dell’altro che il filosofo ci descrive con una frase “L’amico è l’altro me stesso”.

Dopo quest’ incontro mi sono fermata a ragionare “Ma io a quale tipo di amico appartengo?” ci ho ragionato molto e sono arrivata a constatare che a volte non ci soffermiamo mai a riflettere sul nostro comportamento con gli altri e per stare meglio dovremmo farci un piccolo esame di coscienza più spesso. Quest’incontro mi ha fatto ragionare tanto perché ho capito che forse noi non ci rendiamo conto della nostra amicizia,di come a volte possiamo pensare ai nostri amici come delle persone che ci sono utili nel bisogno,invece l’amico è qualcosa di più,noi neanche immaginiamo quanto l’amicizia può fare e quanto essa possa resistere nel tempo a difficoltà e intoppi.

L’amicizia vera è quando noi mettiamo il bene e la felicità dell’altro prima della nostra.